sabato 16 novembre 2013

6 ANNI, 5 MESI, 4 TESTATE, 3 CASE EDITRICI, 2 BATMAN... LA FINE DI UN ERA (Parte 1)

È con profondo sconforto che mi accingo a scrivere una serie di post che ripercorreranno tutta l’epopea del Batman di Grant Morrison o se preferite del Morrison di Batman.
La divisione in parti nasce dall'esigenza di ridurre la lunghezza del post in favore della sua completezza e le parti sono divise per testate, quindi cominciamo subito con Batman (655 - 702) il post fa una rapida cronistoria degli avvenimenti accaduti lasciando da parte le frasi e le scene salienti degli albi in favore della lettura da parte di chi non ha ancora gustato quelle che senza ombra di dubbio verranno ricordate come le migliori storie del crociato incappucciato...

Iniziamo mettendo dei punti fermi, chi è il Batman che stiamo per incontrare? Tranquilli non è quello li sopra che prende sprangate, ma un Batman che ha subito non pochi cambiamenti, tipo: l'appena conclusa crisi infinita aveva portato ad uno sconvolgimento della vita batmaniana apparentemente piccolo ma molto rilevante per la caratterizzazione psicologica, Batman sa che ad aver ucciso i genitori e Joe Chill perciò non combatte il crimine per un senso di vendetta contro il misterioso assassinio dei suoi ma per diventare il cavaliere oscuro che non era a Crime Alley quando la famiglia Weyne venne aggredita.
Altri punti fermi che voglio mettere sono il rito del Thorgal affrontato nelle pagine di 52, un rito in grado di simulare nel soggetto uno stato di morte apparente e rinascita che gli conferiscono una nuova prospettiva di vita. L'aver debellato totalmente il crimine a Gotham, cosa che insinua in lui il dubbio che la sua crociata sia giunta al termine e ultimo, ma non per importanza, il fattore continuty, ovvero tutte le storie (anche le più folli) mai scritte su Batman sono reali (vi piace come trovata? a me un casino!) ma proprio tutte? SI! Pure il Bat-Mito? Voi che ne dite?
Ora sappiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per cominciare, allora si comincia.
Il primo ciclo si intitola Batman e Figlio, perché affonda le sue radici nel fumetto di M.W. Barr e J. Bingham Il Figlio del Demone, una storia tenuta al lungo fuori contunity, di qualità mediocre ma comunque utile a Morrison per introdurre il personaggio di Damian Weyne, figlio di Bruce e Talia Al Ghul. Un ragazzino disturbato, cresciuto senza padre e all'ombra del nonno (Ras) con una madre che con la mano destra gli concede ogni cosa mentre con la sinistra lo prepara a regnare sul mondo. Batman e Figlio ci mostra un Batman che veste i panni del crociato incappucciato da troppo tempo e deve rimparare a essere Bruce Weyne  e per questo lui e Alfred se ne vanno in Inghilterra per una mostra d'arte contemporanea e per rimediare un po di gnocca, appena arrivati incontrano Kirk Langstrom (Man-Bat) che sotto ricatto consegna a Talia il siero dell'uomo pipistrello, il siero viene somministrato ai ninja di Talia e questi ultimi attaccano Batman con lo scopo di metterlo difronte alle sue responsabilità di padre.
Damien viene affidato a Bruce perché completi la sua educazione, ma l'educazione di un figlio divorziato non è semplice come possiamo pensare (ve lo dico io che i miei sono separati e ve lo dice Morrison che pure i suoi) Damian agogna l'approvazione paterna ma non vuole rispettarne le sue regole, ha un rapporto conflittuale con il fratello Tim Drake e non può vivere con il padre senza rigettare in toto gli insegnamenti della madre. Dopo una serie di peripezie che mettono in luce questi conflitti Talia costringe Damian alla scelta definitiva: Con chi di noi vuoi stare? E il bambino da l'unica risposta possibile: Perché non restiamo tutti insieme? Ma a parlare è l'ingenuità e l'amore di un bambino che vuole vedere la sua famiglia completa e felice. Una cosa assolutamente impossibile perciò la saga termina con una tremenda esplosione che separa padre e figlio.
Parentesi in prosa e vero capolavoro con "Il Clown di Mezzanotte", la narrazione è colorata di immagini forti e truculente, periodi lunghi e un uso dell'aggettivazione che ti trascina come un vortice nei meandri più oscuri della psiche malata del Joker, fornendo una nuova lettura del personaggio, una lettura che riesce (anche in questo caso) a coordinare e rendere tridimensionali ogni singola incarnazione del Joker, il Serial-Killer spietato degli inizi, il Clown burlone e il pazzo genocida. Il tutto narrandoci un indagine in cui Batman segue la scia di Clown Morti (tutti ex-collaboratori di Joker tra cui i perversi nani di Alan Moore) che inspiegabilmente vengono uccisi da un Joker bloccato nel manicomio di Arkham. Il motivo di queste stragi? Fare terra battuta di tutti ciò che rappresenta il passato dell'arlecchino del cremine per potergli permettere di rinascere con una nuova super personalità. Infatti è qui che sta l'idea alla base dell'opera, il Joker possiede un quantità infinita di super personalità che, dopo un trauma (da The Killing Joke con la morte della moglie gravida e la trasformazione in mostro fino al trauma del numero 1 quando un poliziotto vestito da Batman gli spara in testa rompendo il sacro legame tra lui e il pipistrello) lo porta a mescolare le parti della sua psiche come un mazzo di carte per servirsi una nuova mano in grado di superare o glissare gli sconvolgimenti passati.
Nota di colore è qui che inizia per Batman il mistero legato ai colori Rosso e Nero, un mistero che verrà svelato alla conclusione di Batman R.I.P.
I Tre Spiriti di Batman è la prima storia che apre alla venuta della più grande sfida che Batman dovrà affrontare. Un ex- poliziotto (come quello che spara al Joker nella prima storia) pompato dal Venom di Bane e dal siero di Hugo Strange, uccide le prostitute che gli ex-colleghi poliziotti gli consegnano nel suo rifugio. Trovandosi difronte ad un uomo programmato per essere il maschio alfa (più forte, più veloce, con un harem degno di un bonobo) l'unico modo che a Batman di sconfiggerlo è dimostrarsi un Super Maschio Alfa.
Parentesi Batman 666, una storia nel futuro prossimo, un futuro che tornerà in altri due numeri speciali. Damian è cresciuto e si sostituisce al padre nella guerra al crimine fino a quando il terzo spirito (un altro ex-poliziotto che ha venduto l'anima al diavolo) torna a Gotham portando con se l'apocalisse. Quello che non sa e che anche Damian ha venduto l'anima al diavolo il giorno della morte del padre.
Batman il Guanto Nero, capolavoro di genere con il ritorno in scena dei Batman di Tutte le Nazioni, una squadra di uomini del mistero che ispirati da Batman scelsero di combattere il cremine e ora si ritrovano tutti sull'isola del loro oscuro benefattore. Le diverse psicologie dei personaggi si fondono con la consapevolezza dei loro limiti se paragonati a Batman e Morrison aumenta il loro spessore e la loro tridimensionalità facendoci vedere come il peso della vita (prima o dopo)  ha schiacciato ognuno di loro.
Il gioco difatti sta in questo: Eroi che non si sentono più tali, detective senza immaginazione, cavalieri solitari non adatti al gioca di squadra, sidekick ribelli, che devono superare le loro diversità, tirare fuori l'eroe da troppo tempo nascosto dietro maschere di vigliacca apatia il tutto per risolvere un intricato gioco di morte magistralmente illustrato da G.H. Williams III (Promethea) che utilizza principalmente i colori Bianco/Nero/Rosso aggiungendone altri solo ed esclusivamente per dare risalto a minimi dettagli rilevanti nelle singole scene.
Con il prologhi a Batman R.I.P. si rimane ad alti livelli narrativi, la prima parte della storia è incentrata sul ritorno del terzo spirito e fornisce alcuni elementi utili per conoscere le sue origini, come il fatto che tutti i tre poliziotti vestiti da Batman facevano parte di un esperimento militare volto a creare il sostituto perfetto del crociato incappucciato. Per scoprire chi è l'uomo dietro questi esperimenti dobbiamo aspettare la seconda parte, una storia che vede un Batman in fin di vita, legato ad una sedia che (come la copertina) preannuncia una scena alla Hostel. La narrazione è in pieno stile Morrison, più linee temporali intersecate da più livelli della realtà, dove ricordi e allucinazioni si fondono per dare la risposta che tutti stiamo aspettando: chi è l'uomo o il demonio per meglio dire che a architettato tutto questo? La risposta è Simon Hurt, uno scienziato militare che nelle storie degli anni 60 ha collaborato con Batman a un esperimento volto alla comprensione della mente del Joker. L'esperimento consisteva (come nel Thorgal) all'isolamento di Batman in una camera iperbarica per 10 giorni. Quello che Batman non sapeva è che Hurt aveva poi utilizzato le conoscenze acquisite per manipolare la mente di tre poliziotti per creare tre Batman spietati e al suo servizio. Ma nei 10 giorni di sperimentazione Hurt si è limitato a prendere tutto ciò che poteva dalla mente del pipistrello o è accaduto qualcosa di più? Cosa significa ZUR-EH-ARRH? La scoperta di un nemico che Batman non riesce a "vedere" lo getta per la prima volta nel panico, un panico che si porterà dietro fino a... Batman R.I.P.
E siamo arrivati alla fine. Batman deve affrontare il suo più grande nemico, Ma non era il Joker? Cavolo non ve l'avevo detto che Bats nel primo numero butta J nella spazzatura come chiaro simbolo del superamento di questa nemesi? No, scusatemi, è che lasciavo queste piccole perle all'occhio dei lettori futuri, poi se ne sentite il bisogno cari lettori che già avete gustato i fumetti, posso fare una rapida analisi per simboli, ma non è questo il post! E non è questo il giorno! Visto che Batman R.I.P. si merita un post tutto suo e per leggere in maniera approfondita ciò che accade dovrete aspettare la seconda parte di 6 ANNI, 5 MESI, 4 TESTATE, 3 CASE EDITRICI, 2 BATMAN... LA FINE DI UN ERA. Non vi strappate i capelli!

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